Le prime testimonianze di una matematica avanzata ci arrivano dall’Antico Egitto grazie a due antichi manoscritti su papiro risalenti al 2000 a.C.- 1800 a.C.: il Papiro di Rhind e il Papiro di Mosca (solo due perché i papiri si conservano difficilmente). Questi contributi matematici sono stati decifrati e studiati grazie alla scoperta della Stele di Rosetta nel 1799 perché, essendo scritta in greco, demotico (la penultima fase della scrittura egizia) e geroglifico, permise la traduzione del geroglifico con cui erano scritti i papiri.
Il papiro di Rhind contiene 87 problemi della quotidianità al tempo degli Egizi. Il papiro fu acquistato nel 1858 d.C. in una cittadina sul Nilo da un antiquario scozzese, Henry Rhind (da cui deriva il nome del manoscritto), e oggi è conservato al British Museum di Londra. La numerazione in esso presente è decimale ed è possibile ritrovare cifre e segni speciali per i numeri da 1 a 9 e i multipli delle potenze di 10.
Il secondo fu acquistato in Egitto nel 1893 d.C. e risale al 1890 a.C. circa. Il manoscritto contiene 25 esempi tratti dalla vita di tutti i giorni nei quali sono presenti problemi di natura matematica.

Gli Egizi svilupparono la matematica e la geometria per risolvere problemi quotidiani come delineare i confini delle proprie terre o tenere sotto controllo tasse e pagamenti.
Nel periodo del Medio Regno nacquero delle scuole per scribi con l’intento di formare e istruire sui calcoli e sulla scrittura. Insieme alle scuole per scribi gli Egizi introdussero durante Medio Regno anche l’uso delle frazioni, utilizzate ancora oggi e che caratterizzavano la matematica egizia.
La matematica in Egitto veniva spesso associata a qualcosa di divino; uno strumento a disposizione dell’uomo per entrare in contatto con la natura (nel Papiro di Rhind c’è scritto che la matematica è: “Il metodo corretto di entrare nella natura, conoscere tutto ciò che esiste, ogni mistero e ogni segreto”.
IL SISTEMA DI NUMERAZIONE EGIZIO
Gli antichi Egizi utilizzavano un sistema decimale per la scrittura dei numeri: una numerazione geroglifica nella quale era presente una base di dieci e dove i numeri venivano scritti affianco. Il sistema di numerazione egizio non era un sistema posizionale, cioè ogni simbolo aveva un proprio valore e non aveva importanza la posizione che occupava. Gli Egizi scrivevano le cifre piccole a sinistra e qualche volta le disponevano verticalmente e i simboli ogni tanto venivano disposti al contrario.

Già ai tempi degli Egizi esistevano le quattro operazioni principali: l’addizione, la sottrazione, la moltiplicazione e la divisione (l’addizione e la moltiplicazione erano quasi del tutto identiche a quelle che utilizziamo oggi, mentre le altre due operazioni venivano eseguite in maniera diversa). Con l’avvento del Nuovo Regno la matematica egizia si fuse con quella greca e in entrambe le culture ci furono dei notevoli benefici i quali contribuirono a creare la matematica per come la conosciamo oggi.
L’algebra egizia
Nei papiri sono presenti problemi a un’incognita, però facevano parte dell’aritmetica poiché non veniva utilizzato il corretto simbolismo (non si parla quindi di una vera e propria algebra, ma ne si posero le basi rudimentali ).
La geometria egizia
Secondo Erodoto la geometria egizia nacque dall’esigenza di rideterminare annualmente i confini dei campi cancellati dalle piene del Nilo.
Gli Egizi consideravano la geometria come una disciplina pratica e non separata dall’algebra. Infatti, applicavano l’algebra e l’aritmetica al calcolo delle aree e dei volumi.
Questi sapevano calcolare le aree dei triangoli, dei quadrati e dei trapezi. Inoltre, sapevano calcolare il volume del cubo, del parallelepipedo e del cilindro e utilizzavano la formula usata oggi per il calcolo del volume del tronco di cono a base quadrata: V=h/3(a2+ab+b2).
La prova della loro bravura geometrica è possibile notarla nelle tre piramidi di Giza che costruirono tra il 2700 a.C. e il 2500 a.C. Non si sono ancora però ritrovati papiri che dimostrino i calcoli utilizzati per la costruzione delle piramidi; ma esistono varie teorie ipotizzate nel corso dei secoli anche grazie alle testimonianze dei matematici greci, che dissero di aver appreso delle nozioni dalla matematica egizia. Si dice quindi che gli Egizi siano stati i carpentieri della matematica, mentre i Greci sono stati gli architetti.
