L’“Aida” è un’opera drammatica divisa in 4 atti su libretto di Antonio Ghislanzoni e la cui trama è stata abbozzata in francese da Camille du Locle su un soggetto dell’archeologo francese Auguste Mariette. Quest’opera venne commissionata a Verdi (che chiese 150.000 franchi di compenso) da Ismail Pascià (viceré d’ Egitto) per festeggiare l’apertura del canale di Suez nel 1870 (nel 1860 il viceré chiese a Verdi, offrendogli 80.000 franchi, di comporre un inno per celebrare l’apertura del canale, ma Verdi si rifiutò). L’opera però fu rappresentata l’anno successivo a casa della guerra franco-prussiana che aveva ritardato l’invio dei costumi e degli scenari in Egitto. Quando la prima (diretta da Giovanni Bottesini e non da Verdi) ebbe luogo il 24 dicembre 1871 al Teatro dell’Opera del Cairo ottenne un enorme successo, e questo si ebbe anche l’8 febbraio 1872 al Teatro Alla Scala al debutto italiano.

Riassunto dell’opera

Atto I

Durante una spedizione militare contro l’Etiopia, dei soldati egizi catturano la principessa Aida e la portano a Menfi, dove la fanno lavorare come schiava e dove si innamora del guerriero Radamès. Anche Amneris (la figlia del Faraone) è innamorata di Radamès e intuendo che tra il suo amato e Aida sia scoppiata la scintilla, si avvicina alla schiava per scoprire di più. Nel mentre il padre di Aida (il Re di Etiopia Amonasro) sta organizzando una spedizione per liberare la figlia.

Il Faraone scopre che l’esercito etiope sta marciando contro l’Egitto e affida a Radamès il rango di capitano dell’esercito e il compito di fermare l’avanzata del nemico. Aida è così divisa tra l’amore per la Patria e l’amore verso Radamès.

Atto II

Amneris riceve nelle sue stanze Aida: finge che Radamès sia morto in battaglia e, grazie alla reazione della schiava, capisce che questa è innamorata del capitano. A questo punto Aida le rivela la sua identità di principessa. Nel mentre arriva la notizia del trionfo egizio e Amneris costringe Aida ad assistere alla disfatta del suo popolo.

Una marcia trionfale accoglie il ritorno vittorioso di Radamès e il Faraone, come ricompensa, gli concede un desiderio. I prigionieri etiopi, tra cui il Re (gli Egizi però non conoscono la sua vera identità), sono condotti al cospetto del Faraone. Aida corre a ricongiungersi con il padre e Radamès, per amore suo, utilizza il desiderio per rilasciare i prigionieri. A questo punto il Faraone dichiara Radamès suo successore al trono, gli offre la mano di Amneris e tutti i prigionieri etiopi vengono rilasciati. Però Aida e Amonasro, su consiglio del sacerdote Ramfis, vengono trattenuti come ostaggi.

Atto III

Amonasro, durante la prigionia, cerca di aiutare la sua Patria costringendo Aida a raccogliere informazioni sulla posizione dell’esercito egizio da Radamès (il quale, ancora innamorato della principessa, le confida le informazioni richieste).
Amonasro e Aida riescono alla fine a fuggire e solo allora viene scoperta da tutti la loro vera identità. Radamès, disperato per aver involontariamente tradito la sua Patria, si consegna prigioniero al sacerdote Ramfis.

Atto IV

Amneris, sapendo che Radamès è innocente, lo supplica di discolparsi, ma questi si rifiuta e durante il processo non pronuncia neanche una parola: Radamès viene condannato a morte per alto tradimento e portato via. La condanna prevede che Radamès venga murato vivo.

Mentre Radamès sta per essere murato dentro una cripta, si accorge che Aida si è nascosta per poter morire insieme a lui e lì i due amanti si dichiarano.

Nella stesura di “Aida” Verdi (il quale pensava che questa sarebbe stata la sua ultima opera) tenne molto in considerazione il volere del viceré egiziano (egli voleva un’opera che tenesse conto delle descrizioni storiche e delle pitture come fonte d’ispirazione per l’ambientazione) e per immergere maggiormente lo spettatore nell’ambientazione egizia fece ricostruire delle trombe simili a quelle egiziane (trombe lunghe 60-90 centimetri spesso suonate in coppia durante cerimonie funebri o militari) con un pistoncino nascosto da un panno. In quest’opera ebbero importanza anche l’oboe, il quale rappresentava l’oscurità del deserto, i flauti, che rappresentavano la speranza di Aida che Radamès fuggisse con lei nella sua Patria, e l’orchestra, incaricata di creare l’atmosfera drammatica.